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domenica 20 settembre 2015

Il digital education day e le dieci tesi di Rivoltella su scuola etecnologie

Il video
http://youtu.be/H-FQB0tpo5Q

L'articolo
https://medium.com/il-digitale-e-la-scuola/il-digital-education-day-e-le-dieci-tesi-di-rivoltella-su-scuola-e-tecnologie-6f21e4daaf71

Il digital education day e le dieci tesi di Rivoltella su scuola e  tecnologie



Un video che merita molta attenzione è quello di Pier Cesare Rivoltella durante il convegno “Educazione, apprendimento e nuove tecnologie, dove Rivoltella ha esposto “dieci tesi” in cui affronta temi e problematiche da sempre dibattuti ma mai abbastanza chiariti. Li vado a sintetizzare, per chi non ha tempo di vedere i 40 minuti del suo intervento.
1. Media Education e Education Technology — L’Education Technology è la didattica che fa uso delle tecnologie e considera i media digitali come supporto alla mediazione nei processi di insegnamento e apprendimento. La Media Education invece è qualcosa di propedeutico alla prima, in quanto lavora sui linguaggi mediali in genere (che ora sono comunque digitalizzati), considerati come artefatti culturali rispetto ai quali sviluppare pensiero critico e responsabilità.
2. La logica dei consumi culturali non corrisponde a aut aut, ma a et et — Le tecnologie non sono sostitutive, ma integrative. Più che fattore di discontinuità, bisogna considerare il digitale come una ri-mediazione della realtà, cioè a una riconfigurazione in un’altra chiave degli elementi della realtà quotidiana. Il digitale non sostituisce niente, ma arricchisce le nostre possibilità di intervento nel reale.
3. Non sono i media che fanno cose ai bambini, ma sono i bambini che fanno cose con i media — Più che le tecnologie, ciò che conta sono le pratiche. Il rischio non è quello del determinismo tecnologico, ma quello del modellamento sociale.
4. Rapporto tra formale e informale — L’informale, oggi, è fatto di tecnologie. Le nostre esistenze sono permeate dal digitale, che media le nostre conoscenze, la nostra rappresentazione e consapevolezza del passato e le nostre relazioni. Tutto ciò implica grandi rischi, ma anche grandi possibilità, che sta a noi equilibrare. Rinunciare però alle tecnologie, significa per la scuola rinunciare al suo compito, che è aiutare i soggetti all’interpretazione della cultura.
5. I media digitali e sociali sono soprattutto macchine autoriali — Sono cioè cose con cui si possono fare altre cose: valorizzarle a scuola significa portare in classe la dimensione laboratoriale, quindi mettere al centro l’apprendimento per scoperta e un coinvolgimento totale mente-corpo-cervello (l’unico che per Piaget conduce all’apprendimento duraturo).
6. I media sono anche un curriculo — I media non sono solo strumenti, che devono essere utilizzati in classe, ma sono anche una competenza di base necessaria: per cercare e selezionare informazioni, per collaborare e cooperare; per gestire le relazioni, gestire il tempo, gestire il rapporto con i contenuti. Per condividere e pubblicare. Tutte competenze di base a prescindere dai media sociali, ma che questi rendono indispensabili.
7. Non abbiamo bisogno di creare nuovi contenuti digitali — Ce ne sono già abbastanza, e di qualità. Le esperienze di self publishing a scuola non hanno senso, dal momento che gli editori hanno già elaborato contenuti validi, di qualità e in abbondanza. La questione è piuttosto selezionarli e aggregarli, commentarli e renderli utilizzabili didatticamente. Qui è lo spazio in cui può e deve inserirsi l’insegnante.
8. Le applicazioni disponibili non sono utili senza una cornice pedagogica — Senza un framework metodologico, l’applicazione è pura strumentalità. Oltre alla cornice pedagogica, c’è il metodo che funziona come organizzatore professionale. Misurare e quantificare l’efficacia dell’uso delle tecnologie nella didattica è quasi impossibile: l’unico modo è cambiare le pratiche professionali attraverso la tecnologia.
9. Il gioco del “noi” e “loro” — Affermare che i “nativi digitali” (che non esistono) siano già in possesso delle competenze digitali, significa ignorare che la loro è solo una confidenza tecnologica, da trasformare in consapevolezza tecnologica.
10. Tradizione e innovazione — Si pensa da sempre che siano due concetti antitetici, ma non è così. L’unico modo che la scuola ha per salvaguardare la tradizione, è innovare.



mercoledì 16 settembre 2015

Alfabeto

Segui le frecce e completa l'alfabeto :


Il cuoco pasticcione

http://youtu.be/0NmvCYOzL6I


Perchè il mare è salato ?

http://youtu.be/rm0OQxP4blY


INQUINAMENTO

INQUINAMENTO: STORIA DEI PESCI DI ACQUACHIARA - Rai Scuola


Il mare - prima parte

http://youtu.be/7e1no9P93kw


I PIRATI E IL SEGRETO DEL MARE

I PIRATI E IL SEGRETO DEL MARE - Rai Scuola


Il mare

Il mare sa parlare

Il tesoro del pirata

Segui la traccia ed inventa un racconto.

Cyberbullismo

Qualche consiglio per i genitori che vogliono aiutare i propri figli in Rete

Rosa Rita: “La  fiaba ha come suo punto di forza le illustrazioni fatte da una bimba di dieci anni, sguardo  autentico di chi osserva con gli occhi incantati ma sicuramente immediati, la realtà del web. Consigli per i genitori in tre parole: vicinanza/affiancamento emotivo, creatività, consapevolezza del proprio ruolo preciso”. 

Mauro: “Consiglierei di:

  1. Informarsi, aggiornarsi e cominciare ad utilizzare i medesimi strumenti che utilizzeranno i nostri figli futuri adolescenti. Iniziare nella prima infanzia (terza elementare) focalizzandosi primariamente sulla tutela della propria privacy e sugli strumenti di sicurezza (antivirus, firewall).
  2. Proteggere il dispositivo utilizzato dal figlio con un buon “parental control” che vi consenta di indicare voi genitori su quali siti possano navigare piuttosto che quali app (giochi o altro) possano installare e quali amici possono aggiungere nei nuovi ambienti mediali. Monitorare la navigazione, inserire password efficaci di accesso.
  3. Sui sistemi di messaggistica e all’interno dei Social Network non accettare amicizie che non si conoscono nella vita reale. Inserire sempre un nickname di fantasia quantomeno sino ai 16 anni d’età e non inserire alcun dato personale che li riguarda né postare pubblicamente informazioni riservate.

Affiancare, educare all’uso, in una parola trasferire il buon senso spiegando ai propri figli che qualunque cosa venga postata una sola volta un secondo resta un tatuaggio indelebile e difficilmente si torna indietro. Dunque “prima di postare pensa”. Dare delle regole finalizzate alla sua tutela personale. Partecipare infine agli incontri a tema che consulenti come me svolgono all’interno della scuola italiana”

http://www.girlgeeklife.com/2015/09/un-computer-dal-cuore-saggio-fiaba-contro-il-cyberbullismo/